Attualità

Decreto sulla presunzione di innocenza, "c'è il rischio bavaglio"

Assostampa Modena interviene sul recente decreto legge che impone una limitazione da parte della magistratura e delle forze dell'ordine nelle comunicazioni con la stampa

Il 14 dicembre è entrato in vigore il decreto legislativo 8 novembre 2021 n.188, che contiene alcune norme che nell'intento del legislatore dovrebbero tutelare la presunzione di innocenza delle persone sottoposte ad indagini o procedimenti penali. Nel decreto sono contenute in particolare una serie di indicazioni per le Procure, che di fatto vogliono limitare le comunicazioni tra il Procuratore e gli organi di informazione, rendendo per altro necessario per la magistratura motivare ogni decisione di comunicazione verso l'esterno.

L'intenzione del legislatore è chiara e del tutto condivisibile in linea di principio - compresa quella stigmatizzare i cosiddetti "processi mediatici" - ma la strada scelta lascia perplessi i professionisti dell'informazione. Per il presidente di Assostampa Modena Roberto Righetti, le nuove norme "rischiano di burocratizzare il rapporto tra pm e organi di informazione. Il rischio bavaglio c'è davvero".

A Modena, continua Righetti, "ci siamo mossi un po' prima dell'entrata in vigore di questo decreto perché con molto zelo la nostra Procura si era messa avanti col lavoro e aveva anticipato la stretta sulle informazioni, creando sostanzialmente un black out delle notizie sia da parte dei magistrati sia delle forze dell'ordine relative ai procedimenti penali, mettendo praticamente in difficoltà tutta la cronaca nera".

Ad oggi le modalità di comunicazione fra Procura, organi di polizia giudiziaria e stampa sono molto disomogenee. Modena vede da mesi una chiusura netta, mentre in altri territori il dialogo è più aperto e quotidiano. 

Come sollecitato anche dal presidente nazionale dell'Ordine dei giornalisti, ha aggiunto Righetti, "servono linee guida nazionali chiare per evitare che la norma sia applicata a piacere dalla Procure, così come serve buonsenso da parte degli organi di polizia giudiziaria per evitare che un principio che tutti noi condividiamo, quello di assicurare il diritto della persona sottoposta a indagini e dell'imputato a non essere indicati come colpevoli fino a sentenza di condanna irrevocabile, si trasformi in una sorta di bavaglio impedendo all'opinione pubblica di venire a conoscenza di informazioni di interesse pubblico". Inoltre in questo modo "diventa più complicato il lavoro di verifica dei fatti che i giornalisti devono fare con le fonti istutizionali".

Più che un rischio, il bavaglio è qualcosa di molto più tangibile, ci permettiamo di evidenziare in base alla nostra esperienza quotidiana. La mancanza di comunicazioni e dialogo sono purtroppo stati una costante degli ultimi mesi sul nostro territorio, rendendo particolarmente complesso il nostro lavoro.

Il silenzio da parte delle istituzioni, come abbiamo già avuto modo di sostenere sulla nostra testata, non può essere uno strumento accettabile. Non lo è da un punto di vista dei giornalisti, ma non può esserlo neppure da quello dei cittadini, che dovrebbero esigere trasparenza.


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