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Scomparso don Eligio Silvestri, sacerdote di Fiorano e missionario

Per quasi vent’anni sacerdote a Fiorano, stimato ed amato da tutta la comunità, poi missionario in Brasile, senza mai interrompere il legame con la città, di cui nel 2012 è diventato cittadino onorario

E’ deceduto don Eligio Silvestri, missionario in Brasile e per quasi vent’anni sacerdote a Fiorano Modenese, a lui si devono tante opere realizzate dalla parrocchia, dall’oratorio al cinema Primavera; conosciuto e amato da tantissimi fioranesi, oltre che cittadino onorario del Comune.

Il funerale verrà celebrato nella chiesa parrocchiale di Fiorano lunedì 11 novembre alle ore 9.30. Stasera, sabato 9 e domenica 10 novembre verrà recitato il Rosario in suffragio alle ore 20.00 nel Santuario della Beata Vergine del Castello.

Don Eligio Silvestri era nato a Castelfranco Emilia il 23 ottobre 1921 ed era stato ordinato sacerdote il 31 marzo 1945. Nominato arciprete della parrocchia di Fiorano il 15 settembre 1979 e vi era rimasto fino al 1997. Aveva iniziato il suo ministero come cappellano a Rivara, a San Felice; poi, come parroco, ad Albareto e nella modenese parrocchia di San Lazzaro, prima di ottenere dall’arcivescovo l’agognato permesso di andare missionario in Brasile, nella diocesi consorella di Goyàs.

Costretto a tornare in Italia per essere vicino ai genitori anziani, è stato economo spirituale a Spezzano, Montecreto e Rocca Santa Maria. Nel giugno 2012 gli era stata conferita la cittadinanza onoraria del Comune di Fiorano Modenese, dall’allora sindaco Claudio Pistoni.

“A Fiorano – è scritto nella delibera di conferimento approvata dal Consiglio Comunale – don Eligio contribuisce in modo determinante a dare nuovo impulso alla devozione per la Beata Vergine del Castello: con il sostegno della comunità parrocchiale, di privati e dell’amministrazione comunale consolida il colle, restaura l’interno e l’immagine miracolosa, organizza mostre, valorizza il patrimonio archivistico e la quadreria, riesce a fare inserire Fiorano fra le tappe della visita di Giovanni Paolo II a Modena e ad ottenere poi il titolo di basilica minore, aiutato da don Rino Annovi, il sacerdote fioranese recentemente scomparso. Altrettanto vigore pone per le opere parrocchiali; finanzia il restauro dei dipinti e realizza il riscaldamento sotto il pavimento della chiesa di San Giovanni Battista; acquisisce attraverso donazioni i beni immobili che diventeranno centro parrocchiale e l’oratorio San Filippo Neri; ricostruisce il Cinema Primavera distrutto da un incendio; interviene sulle strutture del Coccapani, sia la scuola materna che la casa per gli anziani. Nel 1997 può tornare in Brasile, là dove ha lasciato il suo cuore e dove non l’hanno dimenticato. Ma stavolta anche i Fioranesi lo accompagnano e sostengono la sua missione svolta insieme a Don Maurizio Setti. L’amministrazione comunale stringe rapporti di amicizia con Itaberai e si impegna a contribuire a opere di utilità sociale; periodicamente, quando don Eligio ritorna in Italia, viene accolto e ascoltato in Consiglio Comunale”.

E dalle sue parole in quella occasione emerge il don Eligio stimato dai fioranesi: “Grazie a tutti per quello che avete scritto e detto di me, ma avete perso l’ottavo comandamento e detto una bugia. Ma chi sono io? Un contadino; non ho numeri, titoli, capacità straordinarie. Ho cercato di fare quello che mi detta la coscienza come sacerdote e come cittadino, sono una persona che si interessa del bene comune. Come voi, l’ho potuto costatare; avete fatto, state facendo e farete il vene dei fratelli. Ho cercato di stare con i più bisognosi e quelli che più possono, facendo quelle opere con una funzione sociale. Voglio ridere con chi ride e piangere con chi piange; servire prima di essere servito”.

Nelle parole del sindaco Francesco Tosi il cordoglio e l’affetto di tutta la comunità fioranese: “L’età e le condizioni di salute di don Eligio ci impediscono di portare stupore alla notizia della sua morte, eppure il mio animo è stato sinceramente scosso nell’apprenderla ed ho provato quell’insieme di sentimenti forti che si provano poche volte, soltanto davanti a persone autentiche che vorresti non ci lasciassero mai. Al di là del mio legame personale con lui, devo dire che Don Eligio è nella memoria e nell’affetto di tanti Fioranesi con una particolare intensità, indipendentemente dall’essere praticanti o no. E con noi quante persone in Brasile oggi lo piangono. Don Eligio è un esempio singolare di quanto la dote di una spiccata umanità sia caratteristica fondamentale per un sacerdote, capace di farlo sentire davvero amico, fratello e padre di tutti, di ciascuno e ovunque. Ho fatto visita a don Eligio l’ultima volta due settimane fa, in occasione del suo compleanno – conclude il Sindaco - e abbiamo parlato anche della possibilità di venire a trascorrere il suo ultimo periodo presso la Casa di Riposo Coccapani ed era evidente il suo forte affetto per Fiorano”.


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