Cronaca

Controlli nei posti di lavoro. Cgil Modena denuncia i risultati che peggiorano

I dati raccolti dalle ispezioni nei posti di lavoro confermano un ulteriore peggioramento, con tendenze anomale e negative che purtroppo si estendono e consolidano oltre limiti impensabili per questi nostri territori

E’ fresco di stampa il monitoraggio ministeriale sull'attività degli organi ispettivi dentro le imprese, relativi al 1°semestre 2016 appena trascorso, per controllare la regolarità e legittimità dei rapporti e condizioni di lavoro. I dati raccolti confermano un ulteriore peggioramento, con tendenze anomale e negative che purtroppo si estendono e consolidano oltre limiti impensabili per questi nostri territori. 

"Gli stessi decreti attuativi del Jobs Act - spiega Cgil Modena - dello scorso settembre prevedono, giustamente, misure per meglio razionalizzare e coordinare l'attività dei tanti e diversi Enti competenti (Dpl, Inps, Inail, Asl, Agenzia Entrate e Guardia di Finanza), ma ancora nulla per sbloccare i colpevoli tagli della spending review. Strano che a chiederlo sia solo il sindacato.

A livello nazionale,anche nell'ultimo semestre prosegue il calo di un migliaio nel numero degli accessi ispettivi nei luoghi di lavoro. 
Il danno sociale e di legalità è evidente e va rimosso. In positiva e leggera controtendenza il dato per Emilia Romagna, con 6.012 ispezioni effettuate: 217 in più rispetto allo stesso periodo 2015.  In questo primo semestre, CGIL Modena ha registrato un notevole calo dei controlli nei settori del commercio e in agricoltura, ma una crescita degli accessi nelle imprese più sospette di costruzione, trasporto e terziario/alberghiero. 

"Come sindacato già eravamo più che allarmati dalle recenti tendenze - continua il sindacato - un 2014 concluso superando per la prima volta il 50% di ispezioni con irregolarità e poi il 2015 col 57,2%. Brutta media regionale trascinata da alcuni pesantissimi dati modenesi: trasporto e magazzinaggio con 86,8% di casi irregolari e 83% nelle attività immobiliari."

Il sindacato quindi sottoliena che questi colpiscono inoltre, ed impongono urgenti riflessioni e provvedimenti, le irregolarità in alcuni delicatissimi settori modenesi: 70% nei servizi di istruzione, sanità ed assistenza private, 57,1% nelle attività professionali. In Emilia Romagna la natura delle violazioni accertate nel semestre, ha colpito e danneggiato 3.422 lavoratori - dei quali "solamente" 54 stranieri clandestini - con un +15% sull'anno precedente; con ben 1.573 in " totale lavoro nero"; col raddoppio dei 434 "fenomeni di interposizione".

E se nel semestre alle spalle, in Emilia Romagna è di oltre 2,5 milioni l'importo introitato per le più gravi sanzioni amministrative e penali sancite a ditte e società, Modena è di gran lunga il primo territorio con quasi mezzo milione raccolto nei tre settori più esposti delle costruzioni, autotrasporto, alloggi/ristorazione...e con un balzo del 21% sullo scorso anno. 

Un dato, infine, che colpisce duro riguarda i reati di "violazione salute e sicurezza" nei posti di lavoro, infatti ben 405 in regione, in crescita, con Modena al 1°posto in relazione al numero imprese/abitanti. "Un dato allarmante - conclude il sindacato - che naturalmente richiama il recente e puntuale comunicato della Procura modenese che, unica in regione, ha ben chiarito il "nuovo fronte" di indagini ed i molti fascicoli aperti sui reati di sfruttamento che sboccano pure nella rovina della salute di chi lavora."


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