Cronaca

Eita Nakamura, quando lo stile di Carpi guarda al sol levante

Giovani, appassionati e caparbi: Eita Nakamura e il suo team sono una boccata di ossigeno per la moda carpigiana. Un sogno che vuole sconfiggere la crisi e dimostrare quanto formazione e ricerca siano le parole chiave per aggredire il futuro

Nel distretto tessile di Carpi l'immagine del lontano oriente è ormai tristemente legata alla produzione cinese, alla delocalizzazione, ai laboratori che finiscono nelle indagini della Guardia di Finanza e alla concorrenza sleale. Ma, per fortuna, l'estremo oriente di cui parliamo oggi è tutt'altra cosa, è sinonimo di stile, coraggio, dedizione e innovazione. E si chiama Eita Nakamura.

Mamma carpigiana e papà giapponese, Eita Nakamura ha dato vita a soli 22 anni al proprio marchio di abbigliamento, dopo un intenso periodo di formazione e crescita professionale passato tra Carpi e lo IED di Milano. Insieme a lui ci sono Benedetta Berti, conosciuta sui banchi della scuola di Progettista di Moda, con la quale Eita condivide la creazione degli stili e Luigi Mario Favoloso, colonna portante della società, che si occupa della parte commerciale e organizzativa. Un team vincente, giovane ed appassionato, grazie al quale il marchio Eita Nakamura, partendo da zero, sta provando a trovare un posto tra i grandi della moda. E i primi risultati sono assolutamente incoraggianti.

“Se escludiamo alcune firme consolidate – racconta Eita – il panorama carpigiano non vive certamente un momento positivo. Noi consideriamo un grande successo essere riusciti a partire e aver avuto la possibilità di costruire una nostra identità stilistica. Oggi la cosa fondamentale è riuscire a trovare qualcuno che decida di investire, soprattutto se sei giovane”. Con l'arrivo di questi coraggiosi investimenti, Eita Nakamura ha potuto produrre la prima collezione Autunno-Inverno 2013/14, che ha ricevuto importanti apprezzamenti e ha spinto a triplicare il numero di capi per la collezione Estate 2014. Gli abiti – rigorosamente made in Italy – sono disegnati a Carpi, realizzati da un'azienda di Napoli e commercializzati attraverso la rete degli showroom in molte regioni italiane. Una grande iniezione di fiducia e il segno che lo stile nippo-carpigiano è riuscito a farsi notare.

Ma di quale stile stiamo parlando? “La nostra è una donna molto ricercata e all'avanguardia, che segue la tendenza ma non è mai banale. Un mix di stili e di culture che provengono da paesi diversi – spiega lo stilista – con un tocco in più per riuscire sempre a distinguersi. Le nostre creazioni sono al limite tra lo straordinario e il quotidiano”. Questo si traduce in un'immagine femminile dai tratti androgini, che veste in modo essenziale e pulito, con volumi dritti e un rimarcato senso del contrasto, che ricorre in molte sfaccettature, a partire dal bianco/nero e dall'abbinamento di tessuti diversi nello stesso capo. “Il nostro lavoro è frutto di una ricerca costante – racconta Benedetta Berti – che occupa la maggior parte del nostro lavoro. Esaminare le tendenze che provengono da tutto il mondo, per saper cogliere i momenti, capire come si vestirà nell'immediato futuro e saper elaborare un'immagine personale e significativa che permetta di emergere dal coro. Questa è la nostra sfida.”

Ed è forse questa ricerca, unita ad un'ottima formazione e a tanta gavetta, la chiave di volta dell'avventura della giovane griffe. Riuscire ad emergere, nella moda così come in altri campi, è la vera impresa di questi tempi difficili. Negli atelier carpigiani le occasioni formative non mancano, ma molti giovani ambiziosi si scontrano con la mancanza di spazio e di riconoscimento. Ma Eita Nakamura, sia come nome che come marchio, ha avuto la possibilità e la caparbietà per alzare la testa, dimostrando quanto il lavoro e la competenza, se uniti a tanta passione, permettono di volgere lo sguardo anche oltre la crisi.


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