Cronaca

Lavoratori irregolari e clandestini nella fabbrica tessile, multe e denunce

Un opificio della Bassa modenese è stato controllato dai Carabinieri, che hanno scoperto 7 lavoratori cinesi non in regola su un totale di 12 dipendenti. Di questi, due erano entrati in Italia come clandestini

Nelle scorse settimane i militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Carpi, le cui indagini sono concentrate da tempo in questo particolare campo, hanno individuato un laboratorio tessile che si è rivelato un concentrato di irregolarità amministrative e penali. Si tratta di uno dei tanti opifici gestiti da cittadini cinesi, che produce abiti di una nota griffe carpigiana.

Una volta entrati nei locali del laboratorio di confezioni per signora, le Fiamme Gialle carpigiane hanno identificato complessivamente 12 lavoratori, dei quali 7 sono risultati essere impiegati completamente “in nero”. Due dei lavoratori erano privi di documento di identificazione: si è provveduto quindi ad eseguire un fermo di polizia che ha permesso di rilevare come i due orientali si trovavano sul territorio italiano del tutto sprovvisti di permesso di soggiorno. 

È scattata nei confronti dell’imprenditore – pregiudicato per questo tipo di reato - la denuncia per sfruttamento dell’immigrazione clandestina, mentre a carico dei 2 irregolari è stata redatta denuncia al competente Giudice di Pace per violazioni delle leggi sull’immigrazione.

Ulteriori accertamenti sulla documentazione rinvenuta hanno permesso ai militari di procedere alla contestazione della cosiddetta “maxi-sanzione” per lavoro nero, che prevede l’applicazione di una sanzione di circa 1.500 euro per ogni lavoratore irregolare, con una ulteriore maggiorazione del 20% per i lavoratori clandestini. E' poi stata inoltrata alla Direzione Territoriale del Lavoro la proposta di sospensione dell’attività lavorativa, che tuttavia non è stata disposta perché l'imprenditore ha provveduto a sanare la posizione dei lavoratori irregolari individuati.


Si parla di