Economia

Assenze retribuite, la mappa dell'assenteismo negli uffici comunali

Il Rapporto Ermes 2017 mette in luce alcuni dati interessanti sulle amministrazioni locali. Focus su assenze, salari integrativi dei dipedenti e tasse comunali. Con grandi divari all'interno della provincia

Management, efficienza e strategia all'iterno delle pubbliche amministrazioni. Sono questi i campi che si propone di analizzare il progetto Ermes, che ha selezionato 2.298 comuni italiani (poco più di un quarto del totale) ed estrapolato dati molto interessanti. Sono tre gli ambiti specifici presi in considerazione: le giornate di assenza retribuita del personale dipendente dei comuni selezionati, il peso del salario accessorio regolato dai fondi per la contrattazione integrativa e infine le entrate comunali senza vincolo di destinazione, prima tappa per indagare la capacità delle amministrazioni comunali di acquisire tributi dal proprio territorio.

Il rapporto 2017 prende in esame 29 dei 47 comuni della nostra provincia e traccia differenze piuttosto nette e inattese. Si tratta – è bene precisarlo – di dati "nudi e crudi", che non implicano certamente giudizi di merito e che riguardano amministrazioni locali molto differenti tra loro per dimensione e modalità di gestione dei servizi territoriali.

ASSENTEISMO - Le assenze dal servizio rappresentano una criticità purtroppo nota. Nel 2015 il valore medio nazionale delle assenze retribuite calcolato sui Comuni Ermes si è attestato su una media di 50,2 giorni lavorativi per dipendente, valore che conferma il dato del 2010, pari a 50,6 giorni. Le differnze tra i territori sono molto ampie, da un massimo di quattro mesi l'anno, ad un minimo di tre settimane.

In provincia, la Maglia nera spetta al Comune di Mirandola (67,49 giorni), seguita da alcuni comuni che si collocano al disopra della media nazionale di assenze: Castelnuovo Rangone, Novi di Modena. Soliera, Modena, Vignola, Carpi, Savignano sul Panaro e San Cesario sul Panaro (tra i 57 e i 51 giorni). Una decina di comuni sono collocati invece sotto la media, tra 47 e 42 giorni di assenze annue. I più virtuosi risultano Sassuolo (42,31), Bomporto (41,73), Serramazzoni (38,88) e infine Maranello (37,42).

Oggi l’Amministrazione comunale di Mirandola ha tttavia precisato che il dato risulta non corretto a causa di un errore di caricamento dei dati nella comunicazione alla Ragioneria generale dello Stato, in occasione della trasmissione del conto annuale del personale. 
Il dato reale di assenze medie pro capite nell’anno 2015 è di 50,47 giorni (e non di 67,5 come riportato), quindi perfettamente in linea con la media nazionale (50,8). In particolare, la media di assenze comprende 31,28 giorni di ferie, 4,35 giorni di assenza per malattia retribuita e altre assenze (maternità, congedi, permessi, lutto, aspettative, legge 104/92, ecc.) 14,84. A conferma di ciò, si precisa che nell’anno 2014 il dato era di 49,35 giorni di media, mentre nel 2016 era di 50,82. Sarà cura del Comune procedere all’immediata rettifica del dato errato presso la Ragioneria generale dello Stato.

SALARIO INTEGRATIVO - I fondi per la contrattazione integrativa sono il termometro del salario accessorio a livello di singola amministrazione, che tuttavia devono fare i conti con un groviglio normativo che ne rende complicata la gestione. Al dato medio nazionale di 4.751 euro per unità di personale non dirigente contribuiscono 4.068 euro di risorse fisse e 1.046 euro di risorse variabili oltre a decurtazioni per 363 euro. Ma anche in questo campo si notano enormi disparità.

I dipendenti più "ricchi" fra i comuni modenesi sono quelli di Sassuolo (5.935 euro), seguiti a ruota da Vignola, Modenae Bomporto. Valori sopra la media anche per Savignano sul Panaro, Ravarino e San Prospero. Un gradino più sotto (intorno ai 4.300 euro) si collocano. Spilamberto, Castelnuovo Rangone, Formigine, Finale Emilia, Castelfranco Emilia, Mirandola. Sotto la media nazionale dei 4.068 euro ci sono invece Maranello, Castelvetro, Carpi, Novi di Modena, Marano sul Panaro, Nonantola, Serramazzoni. Poi a scendere fino a importi ben più bassi: chiude Campogalliano con 2.985 per dipendente.

ENTRATE TRIBUTARIE -  Ermes ha predisposto anche una analisi dei Certificati Consuntivi focalizzata sulla quota di risorse comunali acquisite in termini di entrate tributarie proprie. Si tratta dell’aggregato che maggiormente identifica i concreti margini di manovra finanziaria delle Amministrazioni comunali quantificabile attraverso i Bilanci. La media degli accertamenti relativi alle entrate è risultata complessivamente pari a 553 euro pro-capite, comprendenti addizionale Irpef, Imu, Tasi, Tari a altri tributi locali. Si tratta però di una cifra che va letta con estrema attenzione, anche in virtù del fatto che gli stessi Bilanci di molte Amministrazioni presentano incongruità.

Le prime posizioni della classifica generale sono occupate da Comuni che, indipendentemente dalla dimensione e dalla localizzazione geografica, sono noti per essere fra le principali località turistiche del Paese, e pertanto possono contare su più rilevanti risorse in relazione ad alcune componenti, quali l’IMU, l’imposta di soggiorno e così via. Non a caso la classifica modenese è guidata da Serramazzoni (731 euro), seguita da Maranello e da Sassuolo con valori analochi. Il capoluogo si ferma invece a 676 euro. Pavullo, Fiorano, Campogalliano, Formigine, Carpi, Spilamberto e mirandola si presentano in linea con la media nazionale, mentre i restanti comuni si collocano al di sotto. Fanalini di coda Soliera e Novi di Modena, rispettivamente con 310 e 294 euro. 


Si parla di