Economia

Camera di Commercio. Nuovo Comitato dell'imprenditoria giovanile, Lapo Secciani presidente

E' stato eletto il nuovo comitato dell'imprenditoria giovanile di Camera di Commercio con Lapo Secciani presidente e Marco Chincarini, Monica Rivi ed Emanuele Morselli come vicepresidenti

Presso la sede modenese della Camera di Commercio è stato eletto Lapo Secciani di CNA nuovo presidente del Comitato per l’Imprenditoria Giovanile e Marco Chincarini di Confesercenti, Monica Rivi di Confartigianato- Lapam ed Emanuele Morselli di Coldiretti come vicepresidenti del Comitato, che saranno in carica fino al 2021. Di seguito l'intervista a Lapo Secciani.

Quali sono i punti fondamentali del suo piano per i prossimi anni per il Comitato dell’imprenditoria Giovanile della Camera di Commercio?

Oggi è solo il primo passo di un lungo percorso e cammino che dovremo affrontare tutti insieme, come Comitato dell’Imprenditoria Giovanile e come imprenditori e dirigenti delle associazioni che hanno scelto di impegnarsi all’interno della società civile. Sono orgoglioso e soddisfatto della fiducia che il Comitato per l’Imprenditoria Giovanile mi ha dimostrato eleggendomi Presidente per il prossimo triennio. Mi faccio carico di questo ruolo conscio dell’importanza della funzione, in una fase economica e sociale dove essere giovani, e ancor più giovani imprenditori, è sempre più complesso e difficile. Con il massimo impegno e passione, insieme a tutti i membri del Comitato per l’Imprenditoria Giovanile lavoreremo per dare forza a questo Comitato grazie a progetti concreti e utili per il tessuto economico e sociale del territorio.

Si è presentato con il progetto Modena 2050, di cosa si tratta?

Modena 2050 è il piano strategico con il quale vogliamo dimostrare che le giovani imprese e i giovani imprenditori possono essere quell’elemento indispensabile per costruire un progetto di ripresa economica e sociale. Crediamo che il Comitato per l’Imprenditoria Giovanile debba diventare un punto di riferimento per chi sceglie di fare impresa, per quei giovani che con la loro passione e professionalità vogliono incidere nella costruzione di un tessuto economico e sociale più forte e migliore. Lo vogliamo fare dando risposte e soluzioni concrete. Lo vogliamo fare ascoltando le giovani imprese e i giovani imprenditori, creando così uno “spazio” dove contaminazione, confronto e dialogo possano diventare un valore per la crescita del territorio. All'interno del piano strategico di mandato Modena 2050, che in questi giorni diventerà un piano operativo, crediamo che 5 siano le aree di intervento sulle quali agire per rappresentare quel Saper Fare capace di portare innovazione e reale valore al tessuto economico e sociale del Territorio, con l’obiettivo di incidere nella costruzione di un futuro che sia Innovativo, Giovane, Fluido e Veloce: 1. Felicità, 2. Creazione Lavoro, 3. Lobbying, 4. Sviluppo Competenze, 5. Digitalizzazione. La felicità oggi giorno è uno dei principali misuratori di benessere, basti pensare che le aziende vengono valute, oltre che sulla soddisfazione dei clienti, sulla soddisfazione dei dipendenti. In questo ambito vogliamo rafforzare e introdurre il concetto di lavoro agile e promuovere il welfare come valore aziendale e come elemento di attrattività delle imprese. Felicità significa anche capacità di rispondere ai disagi della società, primo fra tutti l’annosa questione dei NEET, L’Emilia Romagna presenta un tasso preoccupante di abbondono scolastico e in questo senso chi, se non i giovani, hanno l’onere e l’onore di fare qualche cosa a riguardo, sensibilizzando e creando percorsi volti a ridurre questo crescente fenomeno.

Oggi si parla tanto di creazione di nuovi posti di lavoro, ma come si può realizzare nel concreto?

Solo attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro possiamo pensare di sviluppare e far crescere il territorio modenese. Abbiamo individuato quattro aree che per noi possono rappresentare importanti leve occupazionali. L’innovazione tecnologica, da applicare in tutti i settori, dalla meccatronica, all’automotive, dalla ceramica al biomedicale, passando per l’agricoltura, per l’enogatronomia e il commercio. Il settore della salute e del benessere; siamo un Paese che sarà sempre più vecchio, con aspettative e qualità della vita sempre maggiori. La salute e il benessere sono asset in continua crescita capaci di rispondere ad esigenze demografiche e sociali. Il mondo dell’ambiente e delle energie rappresentano temi sempre più sentiti che hanno portato i governi ad adottare politiche green, basti pensare che il 2050 è l’orizzonte temporale in cui l’Unione Europea intende ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'80% rispetto ai livelli del 1990 (senza ricorre a crediti internazionali) attraverso le tecnologie pulite e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Il Turismo che rappresenta per Modena un settore in forte sviluppo, grazie alle eccellenze, enogastronomiche ma anche industriali, basti pensare alla Motor Valley, che si inseriscono perfettamente all’interno di un turismo esperienziale che è in continua ascesa. Queste aree se adeguatamente sviluppate e incentivate possono essere un volano per la crescita occupazionale del territorio modenese.

Che ruolo ha la politica per i giovani imprenditori modenesi?

Le attività e politiche di lobbying rappresenteranno uno strumento indispensabile per mettere in atto le idee e i progetti del Comitato per l’Imprenditoria Giovanile. Crediamo che sia opportuno e necessario costruire un dialogo con il mondo della politica, per costruire politiche utili e concrete per i giovani imprenditori e le giovani imprese.  Vogliamo migliorare le opportunità di accesso al credito; oggi i bandi e finanziamenti sono tutti costruiti per rispondere a esigenze economiche importanti, in questo modo tagliamo fuori la più alta percentuale di nuove imprese, le quali hanno bisogno di piccole (ma per loro significative) cifre per partire. Ci siamo posti l’obiettivo diintegrare maggiormente le attività del Comitato per l’Imprenditoria Giovanile all’interno del sistema camerale, sviluppando e coltivando relazioni e rapporti più stretti con la giunta e il consiglio: vogliamo essere parte attiva e propositiva della Camera di Commercio. Crediamo che fare lobbying significa anche impegnarsi per la comunità e nello sviluppo della responsabilità sociale d’impresa. Dico sempre che essere imprenditori significa, prima ancora che avere consapevolezza economica, si debba possedere una consapevolezza sociale del ruolo che ricopriamo.

Quali competenze è necessario sviluppare per un incontro profittevole tra scuola e mondo del lavoro?

È necessario sviluppare competenze; attraverso la messa a sistema delle professionalità presenti per dare vita a percorsi formativi che possano creare valore per chi si appresta a fare impresa. Siamo convinti che l’Alternanza Scuola Lavoro sia uno strumento utile e indispensabile per far percepire la realtà imprenditoriale e del mondo del lavoro ai più giovani; l’Alternanza Scuola Lavoro non va abbandonata, va rafforzata, migliorata e strutturata, è un percorso indispensabile di crescita per i giovani. Sul nostro territorio è oggi sempre più difficile trovare specifiche competenze che sono richieste dal mercato del lavoro. Vorremmo dare vita ad un osservatorio sulle skill gap, in modo da poter costruire percorsi di studio che permettano di ridurre questo gap, creando quindi anche valore occupazionale, anche lavorando in modo serio, concreto e costruttivo sull’inclusione degli immigrati, visto che studi demografici ci dicono che la Modena del 2050 sarà multietnica. Crediamo nella digitalizzazione come strumento per migliorare il linguaggio della società, ma anche e soprattutto come valore per le imprese. Vogliamo dar vita a workshop e attività per promuovere la digitalizzazione delle imprese (pubbliche e private) e vogliamo costruire percorsi per gli analfabeti digitali; vogliamo però anche sensibilizzare i giovani all’uso consapevole e istruire i genitori sui rischi e le opportunità del web. Una società più consapevole e formata è un valore, sia sociale che economico.
Centrale la formazione digitale.

È possibile recuperare il gap che certe aziende hanno rispetto ai progetti 4.0? Cosa farà il Comitato per l’Imprenditoria Giovanile per questo?
In Italia si parla di impresa 4.0 quando ancora non abbiamo completato la rivoluzione 3.0. I dati Eurostat ci dicono che seppur gli investimenti in ICT sono in aumento abbiamo ancora circa il 30% delle famiglie che non possiedono una connessione al web, peggio di noi solo Grecia, Croazia, Bulgaria e Romania; mentre per quanto riguarda le imprese il livello di digitalizzazione è basso o molto basso nell’87% delle aziende e 1 su 3 non utilizza la pec. Recuperare il gap è possibile ma dobbiamo agire velocemente ed è necessario investire a livello di sistema e di imprese nelle infrastrutture e nelle tecnologie destinate all’economia digitali, senza le quali si rischia un ritardo importante del potenziale competitivo del Paese. Incoraggiante è il fatto che la trasformazione digitale sia accolta come un’opportunità capace di portare effetti positivi in relazione al modo di organizzare il lavoro e la produzione dall’78% dei lavoratori. E’ indispensabile quindi fare uno sforzo culturale e formativo ed è in questa direzione che vogliamo incidere come Comitato per l’Imprenditoria Giovanile.

Uno dei più gravi problemi degli imprenditori medi e piccoli è l’accesso al credito. Che progetto ha in tal senso?

La Camera di Commercio su questo tema è sempre stata sensibile, dimostrazione ne è il bando, appena uscito, a sostegno della nascita e dello sviluppo di nuove imprese in provincia di Modena. Come Comitato per l’Imprenditoria Giovanile vogliamo sensibilizzare le istituzioni che le giovani imprese e i giovani imprenditori non hanno bisogno di ingenti capitali, ma di piccole somme per far fronte all’avviamento e per mettersi nelle condizioni di poter partire. Crediamo che sia più utile, ad esempio, distribuire dieci mila euro a dieci imprese che non centomila a una sola. In questo modo si diversifica il rischio ma si aumentano le possibilità di crescita di nuove imprese. Occorre dare alle neo imprese, oltre che i fondi, la formazione e le competenze necessarie per far si che l’investimento sia vincente. In questa direzione faremo valere la nostra voce con educazione e decisione.

Impresa significa creare posti di lavoro. Quali sono le proposte per il suo mandato?

Dobbiamo essere promotori di un’innovazione capace di trasferire valore economico e sociale sul territorio. Come dicevo prima abbiamo individuato 4 aree dove possiamo incidere e dove si possono creare nuove opportunità di lavoro. Come Comitato per l’Imprenditoria Giovanile vogliamo in questi quattro settori –innovazione tecnologica, salute e benessere, ambiente ed energia, turismo- costruire un dialogo e un confronto tra gli operatori e gli attori dei diversi settori per dare vita a progetti e idee capaci poi di trasformarsi in una reale crescita occupazionale.

Lei parla di Modena 2050. Come se la immagina e cosa teme di più?

La Modena del 2050 la immagino innovativa, veloce, giovane e fluida. La immagino pulita, ecologica, aperta e meritocratica. Immagino che noi giovani imprenditori possiamo essere gli artefici di un futuro migliore di quello che la generazione precedente ci ha lasciato. Io è una parola che non ha futuro, il noi invece apre a scenari bellissimi. L’unico timore che ho, ma che potremo combattere e sconfiggere con la cultura, con l’educazione e con il dialogo costruttivo, è il crescente egoismo che serpeggia tra gli individui.
Sono però fiducioso e insieme questo futuro lo realizzeremo.


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