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Eliminare gli sprechi alimentari in una settimana, Andrea Segrè presenta il suo libro a Modena

Ogni italiano butta nella spazzatura 100 grammi di cibo al giorno, cioè 37 chili all'anno: sulla pattumiera pesano soprattutto pane e verdure fresche, assieme alla pasta fresca e non, che viene spesso gettata senza essere stata consumata. Sull'economia di una famiglia media diventano 85 chili annui, che equivalgono a un costo di 450 euro (dati Osservatorio Waste Watcher); ma il costo finale lievita se si considerano anche il processo di produzione del cibo e quello di smaltimento dei rifiuti.

Ma esiste davvero un metodo per eliminare qualsiasi spreco? Un metodo efficace, alla portata di tutti, che non imponga grossi sacrifici? Secondo Andrea Segrè, la risposta è "sì". Ed è possibile sperimentarlo in prima persona nell'arco di una settimana, seguendo i consigli del suo libro "Il metodo spreco zero" (edizioni Bur Rizzoli): Segrè presenta il libro a Modena martedì 24 settembre alle 21 presso la sala Convivio di Bibendum, in via Ginzburg 51; l'appuntamento è organizzato da Porta Aperta, insieme ai volontari dell'Emporio solidale Portobello (gestito da Porta Aperta), in occasione del sesto compleanno dell'Emporio.

La sede di questo evento non è stata scelta a caso, non si tratta di una libreria o una sala convegni tradizionale: Bibendum è un luogo dove il cibo e la sua sostenibilità sono protagonisti ogni giorno, all'interno dei servizi di catering proposti dall'azienda in tutta Italia. Porta Aperta e Bibendum collaborano quotidianamente per evitare lo spreco alimentare: la mensa per i poveri di Porta Aperta, operativa da oltre 40 anni, grantisce tutti i giorni un pasto completo, caldo, gratuito a chi non può permetterselo; Bibendum - da quando si è trasferita nella nuova sede di via Ginzburg, a pochi passi dalla sede di Porta Aperta - ha iniziato a mettere a disposizione il cibo non consumato nel corso degli eventi. Ma questo appuntamento con Segrè è stato voluto per festeggiare il compleanno di un'altra straordinaria realtà: all'interno di Porta Aperta opera infatti un eccezionale gruppo di volontari, quasi 200, che ha dato vita e gestisce da sei anni l'Emporio sociale Portobello. Qui viene data la possibilità a circa 500 famiglie fragili economicamente di fare la spesa gratuitamente, trovando sugli scaffali i beni alimentari  che i volontari ricevono da donatori e mediante le raccolte alimentari.

Il metodo antispreco proposto da Segrè parte dalla compilazione di un "diario dello spreco", in cui registrare gli alimenti buttati ogni giorno per ogni pasto, per capire gli errori, liberarsi dalle cattive abitudini e iniziare una vera e propria rivoluzione alimentare. In pochi passaggi si impara a fare la spesa in modo intelligente e mirato, senza rincorrere facili e ingannevoli promesse del marketing; a conoscere a fondo il proprio frigorifero, organizzandolo al meglio per la conservazione dei cibi; a leggere le scadenze riportate sulle confezioni e a usare gli imballaggi in modo utile; a fare l'orto in casa; a evitare del tutto gli avanzi, dando agli ingredienti considerati "scarti" una nuova vita attraverso ricette ad hoc. Perché non sprecare cibo può cambiarci la vita e salvare davvero il pianeta.

In queste 272 pagine Andrea Segrè ha condensato oltre vent'anni di esperienza, accademica e non solo. Dal 2000 Segrè è professore ordinario di Politica agraria internazionale e comparata all'università di Bologna, dove già nel 1998 aveva ideato e fondato Last Minute Market, che oggi ne è uno spinoff riconosciuto. Si tratta di un'impresa sociale che opera su tutto il territorio nazionale sviluppando progetti e servizi per prevenire e ridurre gli sprechi in diversi settori, dal catering alla farmaceutica. Parallelamente Segrè ha dato vita al già citato Waste Watcher, il primo Osservatorio nazionale sullo spreco domestico, e alla campagna europea di sensibilizzazione Spreco Zero. Attualmente è anche presidente del Centro agroalimentare di Bologna, della Fondazione Fico per l'educazione alimentare e alla sostenibilità e della Fondazione Edmund Mach a San Michele all'Adige.


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