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Cinque documentari per la rassegna Astradoc 2017

Storie di migrazione, disuguaglianze, diritti negati e amicizie inaspettate in un viaggio che racconta l’Italia attraverso l’obiettivo di cinque documentaristi. Al cinema Astra di Modena (via Rismondo 21) torna Astradoc – viaggio ai confini del reale: la rassegna di incontri, musica e cinema che prenderà il via mercoledì 15 febbraio e proseguirà per quattro martedì fino al 4 aprile con un cartellone che raccoglie i migliori documentari, principalmente italiani, passati nei festival più importanti e che difficilmente si troveranno nelle sale tradizionali. 

Si parte il 15 febbraio con “Il refettorio: miracolo a Milano” di Peter Svatek sul progetto del Refettorio Ambrosiano che Massimo Bottura ha aperto durante l’Expo 2015 e dove i migliori chef del mondo hanno recuperato il cibo utilizzato dalla manifestazione per cucinare per persone in gravi difficoltà economiche e sociali. A presentare il documentario sarà Massimo Bottura, che dialogherà in sala con il pubblico. Martedì 21 febbraio prende il via la parte dedicata ai registi italiani con “A seafish from Africa” di Giulio Filippo Giunti, che racconta la storia di Banda, immigrato ghanese di fede musulmana arrivato in Europa alla ricerca di una possibilità di sopravvivenza per se stesso e di aiuto per la sua famiglia. In Italia incontra Giulio – il regista - che gli offre un lavoro, diventa suo amico e decide di raccontare la sua storia in un film. La proiezione è in collaborazione con il progetto “Je suis razza umana”, ciclo di incontri su accoglienza, islamofobia, terrorismo e stereotipi curato da Arci Modena in collaborazione con Casa delle Culture di Modena, GMI Modena e con il patrocinio del Comune di Modena.

Il 7 marzo sarà la volta di “Le ultime cose” di Irene Dionisio, la regista torna come ospite della rassegna con la sua ultima opera, un racconto corale di tre semplici storie che si intrecciano al Banco dei pegni di Torino sulla sottile linea del debito morale alla ricerca del proprio riscatto. Martedì 21 marzo arriva “Castro” di Paolo Civati, premiato al Festival dei Popoli 2016, sulla vita quotidiana nello stabile occupato nel quartiere San Giovanni di Roma, che per più di dieci anni è stato un rifugio per gli esclusi, una possibilità di vita per molte famiglie e che oggi non esiste più. Il 4 aprile ultimo appuntamento con “Un altro me” di Claudio Casazza, premiato al Festival dei Popoli 2016, che per un anno ha seguito sei detenuti condannati per reati sessuali che stanno partecipando ad un progetto di riabilitazione in carcere, cercando di capire chi sono, cosa pensano e quali sono le dinamiche profonde di chi commette violenza sulle donne. La proiezione è in collaborazione con il progetto “Dei diritti e della pena” sulla discriminazione di genere promosso da Arci Modena, Casa delle Culture, circolo Milinda, associazione Donne nel Mondo, Comune di Modena e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.

Per restituire al cinema il suo ruolo di luogo di discussione e socialità, la proiezione in sala sarà preceduta alle 19.30 da un aperitivo in collaborazione con Apa – associazione Porta Aperta, accompagnato da un dj set a cura di Laika e alla presenza del regista, che dialogherà prima e dopo la proiezione con il pubblico in sala. I film sono stati selezionati da Fabrizio Grosoli, direttore artistico del Modena ViaEmiliaDocFest; Vittorio Iervese, Dipartimento di Studi linguistici e culturali dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e vice presidente del Festival dei Popoli di Firenze; Cristiano Regina di Voice Off, in collaborazione con l’ufficio cultura di Arci Modena. La rassegna è organizzata da Arci Modena, Ucca, Voice Off, Cinema Astra, Modena ViaEmiliaDocFest, con il patrocinio del Comune di Modena e dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e in collaborazione con Laika, Juta cafè, Apa – associazione Porta Aperta, Cantine Riunite&Civ e Righi. L’ingresso al film è ridotto a 5 euro con tessera Arci, Voice Off e Unimore.


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