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"Balcani d'Europa, lo specchio di noi": incontri, testimoni, approfondimenti storici per capire il presente

In un'epoca in cui bene comune ed esercizio della cittadinanza sono sempre meno praticati e in cui in tutto il mondo, anche nei paesi che hanno costruito la loro storia sulla difesa della democrazia, si alzano muri e si marcano confini, raccontare i Balcani significa compiere non solo un atto di memoria, ma di resistenza. Resistere alla paura, allo smarrimento, al timore del diverso, alla tentazione di dire “prima noi”. Resistere perché il passato non elaborato si ripete e oggi il villaggio è globale.

Da queste premesse nasce Balcani d'Europa_lo specchio di noi, progetto a cura di Roberta Biagiarelli, promosso da Associazione culturale Magazzini San Pietro e Babelia & C. - progetti culturali, realizzato con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dei Comuni di Modena, Formigine, Maranello, Sassuolo, della Fondazione Vivere il Sapere/Istituto Sacro Cuore di Modena, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna ed in collaborazione con Istituto Storico di Modena, Consorzio Creativo, Fondazione L'educazione costruisce la Bosnia, Associazione ADL a Zavidovici Onlus. 

Dal 9 al 19 maggio Modena e il suo territorio saranno costellati da incontri, testimoni, approfondimenti storici: esercizi di cittadinanza, come recita il sottotitolo della manifestazione, per capire il nostro presente. 

L'iniziativa, che nasce da un lavoro ventennale portato avanti dall’attrice e autrice Roberta Biagiarelli - a partire dal 1998, anno di debutto del suo monologo Srebrenica che ha realizzato ben oltre 500 rappresentazioni in Italia e all'estero -,  si presenta come un percorso multidisciplinare a più voci che, attraverso testimonianze dirette, incontri con gli studenti, teatro e fotografia, si pone l'obiettivo di fare memoria su uno dei periodi più tragici della storia recente d'Europa e, parallelamente, di alimentare la coscienza democratica, in particolare nelle giovani generazioni.  Si parte da Srebrenica: uno spazio fisico, un tempo – quello delle testimonianze di chi ha vissuto il dramma di un conflitto troppo spesso liquidato come “fratricida” e relegato, nella coscienza europea, a problema di una sola terra per molte anime in conflitto – e, contemporaneamente, un monito: a non dimenticare e a costruire possibilità di convivenze e legami di pace.

IL PROGRAMMA

9 maggio ore 21.00 Teatro Sacro Cuore - Modena
SREBRENICA 
Testimonianza teatrale di e con Roberta Biagiarelli 
Intervengono Kanita Ita Focak e Agostino Zanotti
Il monologo teatrale dedicato all’assedio e al genocidio di Srebrenica compie quest’ anno 20 anni dal suo debutto avvenuto nel 1998 -2018, replicato per oltre 500 volte in Italia e all’estero e ancora oggi in scena. Intorno al 9 luglio 1995 l’armata serbo- bosniaca attacca la zona protetta di Srebrenica e il territorio circostante. 

11 maggio ore 21.00 Auditorium E. Ferrari - Maranello 
IL VALORE DELLA MULTICULTURALITÀ
Intervengono Jovan Divjak, Azra Nuhefendic, Monsignor Erio Castellucci, Massimiliano Morini 
modera Roberta Biagiarelli

“…Sarajevo aveva anch’essa un’anima europea, forse anche più europea di Belgrado essendo stata un secolo intero dentro l’Impero Austro-Ungarico. Eppure, a seguito della disgregazione nazionalista della Jugoslavia, è diventata preda del patriottismo religioso, che ha etichettato dei culti sotto bandiere differenti – spesso senza lasciare spazio al dialogo tra essi. È qualcosa a cui la Jugoslavia non era abituata: il patriottismo jugoslavo era patriottismo multiculturale, la bellezza e ricchezza di quel Paese stavano nel multiculturalismo che rappresentava”. (Intervista a Bogdan Bogdanovic di Tommaso Cassiani)

12 maggio ore 17.00 Magazzini San Pietro – Formigine 
TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE DELL’AJA
Intervengono Andrea Rossini, Jovan Divjak, Azra Nuhefendic, Martino Lombezzi e Marta Fracassetti

Il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia delle Nazioni Unite (ICTY) è stato chiuso dopo 24 anni di lavori: era stato fondato nel maggio 1993, aveva sede all’Aia, nei Paesi Bassi. Con la risoluzione 827 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha dato mandato al tribunale di perseguire tutti coloro che si siano macchiati di crimini di guerra e contro l'umanità nel territorio della ex-Jugoslavia dopo il 1° gennaio 1991. Come ha funzionato e quali sono state le contraddizioni che l’hanno caratterizzato in questi 24 anni di lavoro?  Quali sono state e sono tutt’ora le conseguenze sulla società? 

13 maggio ore 21.00 Sala Biasin - Sassuolo 
IL LEGAME SOCIALE
Intervengono Anna Scavuzzo, Jovan Divjak, Kanita Ita Focak, Agostino Zanotti e Giulia Pigoni

“Si sono postulate come separate e inconciliabili culture, linguaggi, religioni, per le quali occorreva trovare il modo di coesistere attraverso la guerra, i negoziati, e, alla fine, la pulizia etnica. Come se quella gente non avesse vissuto insieme da sempre, in una Bosnia- Erzegovina che non era la semplice sommatoria delle sue differenze, ma soprattutto la differenza civile della sua sintesi storica e culturale. No, non c'erano nelle città quartieri separati per religione o etnia, ma ci si arriverà necessariamente con la guerra e con la "pace" che ne seguirà. La specificità bosniaca è l'integrazione, la simbiosi che ha la meglio sulle sue differenze, giocate nello spazio che è loro proprio: nella ricchezza culturale, nella diversità vitale di essere insieme. E questa non è una cosa che è stata costruita, ma esiste come frutto di una lunghissima storia di mescolanza e di scambi, è un'unità meritata. Ma è stata dilapidata da questa guerra, a tal punto che occorrerà ricostruire ciò che era sempre esistito”.
(Rada Ivekovic, Autopsia dei Balcani, Raffaello Cortina Editore, 1999).

14 maggio ore 9.00 Aula Magna Liceo Muratori – Modena
15 maggio ore 11.00 Istituto Sacro Cuore – Modena 

GUERRE BALCANICHE: NOI E LORO 
Intervengono Jovan Divjak e Ado Hasanovic, modera Roberta Biagiarelli
Incontri riservati agli studenti 

Due testimoni di eccezione provenienti dalla Bosnia-Erzegovina: il Generale Divjak che ha difeso la città di Sarajevo e che oggi si occupa pienamente di sostenere l’educazione e la formazione per le nuove generazioni bosniache, facendo leva sui valori della multiculturalità e la promozione di una cultura di pace e Ado Hasanovic, sopravvissuto al genocidio di Srebrenica, che sta lavorando come regista in Italia.

15-30 maggio Istituto Sacro Cuore - Modena
SCAPPARE LA GUERRA 
Mostra fotografica di Luigi Ottani
Un reportage dal confine greco-macedone di Roberta Biagiarelli e Luigi Ottani

Questi ultimi anni hanno segnato definitivamente l’irruzione della guerra in Europa e lo hanno fatto mostrandosi attraverso chi la fugge: donne, uomini, minori, intere famiglie che abbandonano le proprie case e si mettono in cammino per avere salva la vita: un viaggio verso la sopravvivenza. Impreparata, divisa, incapace di individuare risposte comuni all’emergenza, dilaniata da feroci egoismi e interessi, l’Europa ha visto implodere le proprie politiche di accoglienza. Tra i primi effetti, vi è stata la ricomparsa del filo spinato, la chiusura dei confini terrestri e la politica dei respingimenti. 

17 maggio ore 21.00 Magazzini San Pietro – Formigine 
LA CULTURA DELLA LEGALITÀ
Dialogano Pierluigi Senatore e Michele Nardelli

Un confronto tra mafie italiane e mafie balcaniche. Risvolti, connessioni e incidenza sulla società. Michele Nardelli, esperto e profondo conoscitore di dinamiche socio - economiche legate all’area balcanica dialoga con Pierluigi Senatore, giornalista appassionato alle tematiche della legalità; è recente l’uscita del suo libro scritto a quattro mani con il giudice palermitano Mario Conte “Italia.Zip” (Infinito Edizioni).

18 maggio 
ore 10.00 Istituto Sacro Cuore – Modena
BALCANI D’EUROPA
Intervengono Ismail Fayad e Giuliano Albarani
Incontro riservato agli studenti

Il racconto del giovane storico Italo-siriano Ismail Fayad e della sua esperienza fatta sulla rotta balcanica dei migranti, precisamente nella stazione di Belgrado dove ancora oggi molti profughi vivono dentro ad un limbo, in attesa di capire quale sarà il loro futuro. Contestualizzazione e approfondimento storico del Prof. Giuliano Albarani in merito alle dinamiche del conflitto balcanico 1992–2001.

ore 21.00 Magazzini San Pietro – Formigine 
L’EUROPA VISTA DA MOSTAR
Intervengono Dario Terzic, Melita Richter, Massimo Tesei, modera Nicole Corritore

“I Balcani sono lo spettro dell’Europa – non solo: i Balcani sono lo spettro dei Balcani stessi. «È come se non ci fosse una risposta definitiva alla domanda “Dove cominciano i Balcani?” – i Balcani sono sempre da qualche altra parte, un po’ più a sudest… Per i serbi, cominciano laggiù, in Kosovo o in Bosnia, ed essi difendono la civiltà cristiana contro quest’Altro dell’Europa; per i croati, cominciano nell’ortodossa, dispotica e bizantina Serbia, contro cui la Croazia custodisce i valori democratici occidentali; per gli sloveni, cominciano in Croazia, e noi siamo l’ultimo bastione della pacifica Mitteleuropa; per molti italiani e austriaci, cominciano in Slovenia, l’avamposto a occidente delle orde slave; per molti tedeschi, la stessa Austria, per i suoi legami storici, è già guasta di corruzione e inefficienza balcanica; per molti tedeschi del nord, la Baviera, per il suo gusto provinciale cattolico, non è priva della contaminazione balcanica; molti francesi arroganti associano la stessa Germania con una brutalità orientale balcanica del tutto estranea alla finesse francese; e questo ci porta all’ultimo anello di questa catena: ad alcuni conservatori britannici che si oppongono all’Unione Europea, per i quali – implicitamente, almeno – l’intera Europa continentale funziona oggi come una nuova versione dell’impero turco nei Balcani, con Bruxelles come una nuova Istanbul, un centro dispotico vorace che minaccia la libertà e la sovranità britanniche”.


19 maggio ore 10.30 Magazzini San Pietro – Formigine 
LUCA RASTELLO – LA GUERRA IN CASA
Intervengono Monica Bardi Rastello, Giorgio Morbello, Dario Terzic e Agostino Zanotti
 “Spero che vi troviate spesso un passo più in là di dove avreste pensato di arrivare e che ancora più spesso vi trovino gli altri un passo a lato rispetto a dove credevano di cogliervi”. Questa è l’essenza di Luca Rastello, intellettuale, giornalista, straordinario scrittore, attivista e amico che ci ha lasciati indietro ormai quasi tre anni fa…

Luca Rastello è stato maestro di ispirazione del monologo su Srebrenica di Roberta Biagiarelli, fondamentale il suo libro “La guerra in casa” (Einaudi) che venti anni fa ha dato l’opportunità a Roberta Biagiarelli, Giovanna Giovannozzi e Simona Gonella di lavorare intorno a questa sconfinata materia: il conflitto balcanico e all’ultimo grande genocidio compiuto in Europa da dopo la fine della seconda guerra mondiale avvenuto proprio a Srebrenica. Un viaggio che per la Biagiarelli è poi proseguito in solitario e che ancora oggi, sotto forme e modi diversi, perdura.

ore 17.00 Consorzio Creativo – Modena
GENTI DIVERSE VENUTE DALL’EST
Mostra fotografica di Ismail Fayad a cura di Luigi Ottani
(aperta fino al 27 maggio)

Tra febbraio e marzo dell’anno scorso Isamil Fayad ha lavorato come volontario in una cucina da campo nei pressi della stazione di Belgrado. Per migliaia di persone rimaste bloccate lungo la rotta balcanica quel luogo era diventato a tutti gli effetti un capolinea. Ogni giorno si preparavano due o tremila pasti per gli abitanti del campo. Dopo la distribuzione del cibo Ismail tornava tra le baracche per passare del tempo con i ragazzi del campo. Durante il periodo trascorso in Serbia ne ha conosciuti un’infinità, ma con un piccolo gruppo di loro ha sviluppato un rapporto davvero particolare. Passavano le serate giocando a carte e bevendo tè, un fuoco alimentato dalle traversine dei binari e le torce dei telefoni come uniche fonti di luce. Ha scattato così i ritratti che saranno esposti a Modena poco prima di tornare in Italia, illuminando le facce dei ragazzi proprio con la luce del suo Smartphone.

ore 21.00 Auditorium Spira Mirabilis – Formigine 
EUROPA
Intervengono Paolo Rumiz, Maria Costi, Roberta Biagiarelli, modera Pierluigi Senatore
Una conversazione con Paolo Rumiz su temi a lui cari legati a storie di confine, cammini, superamento di frontiere e soprattutto un ragionamento esteso sul continente Europa a partire dalle sue radici.


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