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Modena, un incontro sulla violenza di genere con "I care, We care"

L’Associazione "I care, We care" ha organizzato, il 20 gennaio a Modena, un evento di confronto tra i protagonisti delle aule di giustizia sulle prassi applicative, criticità e prospettive future del Codice Rosso, dalle ore 14.30 alle 17.30 nella Residenza S. Filippo Neri - Sala Manifattura. Il convegno è stato dedicato all’avvocatessa romana Martina Scialdone, recentemente uccisa dall’ex compagno. 

In Italia i femminicidi sono in continuo aumento, con i ritmi di una strage quotidiana che sembra inarrestabile. Sono oltre 120 le donne che sono state uccise dai propri mariti, compagni o comunque prevalentemente in ambito affettivo nel corso del 2022.

“I care, We care” nasce dal progetto indipendente di 11 legali, provenienti da diverse città e con differenti specializzazioni, che si sono incontrati a un corso di alta formazione giuridica in materia di prevenzione e lotta alla violenza di genere promosso dalla CEDU e dal Consiglio Nazionale Forense. L’Associazione si distingue proprio per la professione dei soci, tutti avvocati a stretto contatto con le vittime della violenza, che proprio per questo sono in grado di interpretare e raccoglierne pienamente le sofferenze, le criticità, ma anche le logiche e le paure, rappresentandole e difendendole poi nelle aule di giustizia dopo le doverose denunce.

“Per noi, l’Avvocato ha innanzitutto una funzione sociale, deve essere il garante del rispetto dei diritti umani fondamentali. Da qui la decisione di unire esperienze e competenze in un’organizzazione di promozione sociale che ha l’obiettivo ambizioso di superare quelle barriere culturali che rappresentano un ostacolo alle pari opportunità. Il nostro progetto parte dalla formazione nelle scuole perché riteniamo che alla base della violenza ci sia prima di tutto un problema di origine culturale”, ha commentato la Presidente dell’Associazione “I care, We care”.

Venerdì 20 gennaio, la Residenza S. Filippo Neri a Modena, ospiterà l’evento “Violenza di genere, parliamone” organizzato dall’Associazione di promozione sociale con l’obiettivo di creare un confronto costruttivo tra tutti i protagonisti delle aule di giustizia sulla prassi applicativa della legge n. 69 del 2019, meglio nota come Codice Rosso perché prevede come in un Pronto Soccorso cure immediate per i casi di violenza contro donne o minori. La norma ha introdotto importanti modifiche legislative di diritto sostanziale e procedurale che puntano a offrire una tutela consolidata nel contrasto della violenza di genere. 

Al convegno, che inizierà con i saluti istituzionali di Roberto Mariani, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Modena e di Grazia Baracchi, Assessore all’ Istruzione, Formazione professionale, Sport e Pari opportunità del Comune di Modena, interverranno Stefano Bissaro, assegnista di ricerca di diritto costituzionale dell’Università degli studi di Milano e Fabio Roia, Presidente Vicario del Tribunale di Milano. Con la moderazione della presidente dell’Associazione “I care, We Care” Stella Abbamonte del Foro di Cremona, porteranno un contributo al dibattito anche Marco Imperato, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, Licia D’Amico del Foro di Roma, Presidente Onoraria “I care, We care” e Alessia Marchini, Avvocato del Foro di Modena.

“I care, We care”, che sta consolidando la collaborazione con l'Associazione nazionale Magistrati per un’azione sinergica di contrasto all'ingravescente fenomeno della violenza di genere, tiene corsi di formazione in istituti scolastici di ogni ordine e grado, fino all’ Università, avvalendosi della collaborazione di figure professionali come psicologi, centri anti violenza o di supporto, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, nonché della testimonianza diretta delle vittime di violenza. Il confronto con studentesse e studenti offre, inoltre, lo spunto per approfondire anche l’universo delle tematiche legate al disagio derivante dall'utilizzo dei social network, come cyber bullismo, hate speech, revenge porn e body shaming.

La battaglia di “I care, We care” non si ferma però nelle scuole. L’Associazione fornisce attività di supporto, sostegno e informazione a enti pubblici e società private, senza mai trascurare la propria lotta nelle aule di giustizia costituendosi parte civile non solo in difesa delle persone vittime di violenza, ma anche per l’affermazione dei diritti umani nell’ambito dei più rilevanti processi penali.


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