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Alla scoperta di Palazzo Borsari con le Giornate Fai d'Autunno 2018

Torna il tradizionale appuntamento con le Giornate Fai d’Autunno nell’anno in cui la Delegazione Fai di Modena compie 25 anni di attività. A Finale Emilia si entrerà invece a Palazzo Borsari, appena restaurato dopo i lavori per il ripristino dei forti danni causati dal sisma del maggio 2012. Sabato 13 e domenica 14 ottobre 2018 la Delegazione Fai di Modena e il Gruppo Fai Bassa Modenese, in stretta collaborazione con il Gruppo Fai Giovani Modena, propongono un denso programma di aperture speciali.

Il Gruppo Fai Bassa Modenese, grazie alla disponibilità della famiglia proprietaria, propone la visita a Palazzo Borsari, ora Bregoli/Eredi Rossi, di Finale Emilia, risalente al XVIII sec., uno dei complessi più interessanti della Bassa modenese, attestante la crescita socioeconomica di una famiglia di commercianti di grano che seppero raggiungere i gradi di piccola nobiltà tanto poi da insediarsi in capitale o acquistare castelli sui rilievi collinari modenesi. Il fronte principale del palazzo è ripartito da una griglia di paraste e cornici marcapiano su cui si innesta, alleggerendola, la duplice sequenza delle aperture finestrate al piano terreno e piano nobile, enfatizzate da eleganti coronamenti a timpano ed a lunetta, poggianti su peducci finemente lavorati a riccio e a foglia d’acanto. Al plastico movimento della facciata, accentuato dal lieve aggetto del corpo centrale, si contrappone il severo e scarno prospetto verso i giardini: un ampio spazio con serre ed edifici rustici chiuso tra due muri paralleli con accesso pilastrati.

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All’interno del Palazzo l’organizzazione degli spazi si articolava in ampie sale di rappresentanza affacciate sul fronte. Altre sale di ricevimento si trovano al piano nobile cui s’accede da uno scalone a tre rampe, originariamente scandito da un incedere di statue, sistemate nelle nicchie e sui pilastri della balaustra. La decorazione, estesa oltre agli ambienti al piano nobile a quelli del piano terreno era affidata soprattutto agli stucchi, verosimilmente eseguiti da maestranze locali ancora entro la prima metà del secolo, che in forma di volute, ricci e motivi floreali si assestavano sulle superfici


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