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"Intrecci", serate non convenzionali fra teatro e fiaba

A partire dalla stagione in corso, alla programmazione dei teatri ERT a Modena si affiancherà “Intrecci”: due serate di promozione non convenzionale, a cura di Nicoletta Giberti, direttrice artistica e organizzativa del Festival della Fiaba pensato per un pubblico adulto.
In occasione della messinscena al Teatro delle Passioni di Totò e Vicé e al Teatro Storchi de L’anima buona del Sezuan, Nicoletta Giberti donerà voce e corpo a fiabe della tradizione tedesca, norvegese, islandese e russa, per rintracciare quei fili rossi che legano il linguaggio teatrale alla fiaba. In analogia con le ciocche di una treccia, come suggerisce il titolo stesso del progetto “Intrecci”, la narrazione di frammenti di fiabe disegnerà fili sottili con il pubblico presente: «Una treccia - afferma la stessa Nicoletta Giberti - le cui tre ciocche sono sì indipendenti, ma spesso legate le une alle altre. Il teatro è la messa in scena continua della vita, la fiaba è il racconto della vita e la presenza del pubblico è la vita nel qui e ora. Il teatro agisce attraverso lo specchio della finzione, la fiaba, tutta vera, agisce attraverso la parola e la sonorità del linguaggio, il pubblico agisce attraverso la creazione di un dialogo silenzioso fatto di sospiri ed emozioni».

Primo appuntamento domenica 4 novembre alle ore 18 al Teatro delle Passioni: in occasione di Totò e Vicé, in scena dal 6 al 11 novembre, Nicoletta Giberti narrerà frammenti di fiabe, fra cui Hansel e Gretel, Frau Holle, Il Fabbro Ferraio che non fecero entrare all’inferno e Comare Morte, per rintracciare archetipi e tematiche (come ad esempio Il Legame, La Caduta, Inferno e Paradiso, I Lumini) che ritroveremo in Totò e Vicé, i due poetici clochard nati dalla penna di Franco Scaldati. «Quella di Scaldati - commenta Nicoletta Giberti - è una parola che mette a nudo il rapporto tra anima e corpo, tra personaggio e attore: una lingua immaginifica sostanziata dal vissuto reale. Totò e Vicé sono realmente esistiti, vagavano su e giù tra i quartieri della città, tra innocenza e follia, rappresentano l’istinto e il cammino dal noto verso l’ignoto. Totò e Vicé sono metà tra diavoli e angeli, adulti e bambini, la loro comicità è una critica verso tutti gli assoluti, la vita è una domanda continua e le risposte sono alla fine solo altre domande. Totò e Vicé sono l’uno lo specchio dell’altro nell’altalena della questione non risolta dei grandi enigmi dell’esistenza».

Secondo e ultimo appuntamento giovedì 22 novembre alle ore 21 al Teatro Storchi: in occasione de L’anima buona del Sezuan, in scena dal 28 novembre al 2 dicembre, verranno narrati frammenti dalle fiabe Pelle d’Orso, Cenerentola, Fiaba del Re Oddur e Vassilissa per rintracciare alcuni archetipi e tematiche (fra cui La Promessa, Una persona giusta in un mondo ingiusto, Il Camuffamento e la dualità fra Bene e Male) che ritroveremo ne L’anima Buona del Sezuan, lo spettacolo di Elena Bucci e Marco Sgrosso tratto dal testo di Bertolt Brecht. «La semplicità del testo di Brecht - conclude Nicoletta Giberti - in un’esplicita parabola evoca l’elementare separazione tra il male, sin troppo diffuso e presente in tanti di noi, ed il bene, frutto sereno per pochi. Il testo consente allo spettatore di distinguere immediatamente le due contrapposte posizioni e quindi di sentirsi coinvolgere emotivamente nei comportamenti umani che si susseguono sulla scena. La protagonista mostra quanto sia difficile vivere, per chi ha troppe nobili intenzioni e quanto sia ingannevole la speranza centrata nei dieci biblici comandamenti. Agli Dei resta sempre una via d'uscita: poco prima che cali il sipario, potranno tornarsene lassù, nella loro beata irrealtà. Brecht vedeva il teatro come un mezzo per attivare le menti, lo stesso è per la fiaba che proprio per questo suo potere, è stata censurata, edulcorata e relegata nelle bocche di anziane innocue nonnine, circondate solo da bambini».

Gli appuntamenti avranno luogo all’interno delle due sale teatrali, luoghi simbolici e potenti del celebrarsi delle azioni del vivere, davanti ad una buona tazza di tè calda: ci si ritroverà come si è soliti fare quando c’è un tempo buono da gustare e qualcosa di prezioso da ascoltare.

Informazioni e prenotazioni:
Ingresso unico € 10
Capienza limitata, si consiglia la prenotazione
Biglietteria Teatro Storchi – Largo Garibaldi 15 (martedì, venerdì e sabato 10-13 e 16.30 -19; mercoledì e giovedì 10-14)
Biglietteria telefonica 059 2136021 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13.
biglietteria@emiliaromagnateatro.com
modena.emiliaromagnateatro.com


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