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Lirica, al Comunale il nuovo allestimento de La Traviata

Va in scena venerdì 11 novembre 2016 alle 20 e domenica 13 alle 15.30 per la Stagione lirica della Fondazione Teatro Comunale di Modena La Traviata, opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave. Giovedì 10 novembre alle ore 18 si terrà, presso il ridotto del Teatro, un incontro di presentazione aperto al pubblico con gli studiosi Giovanna Bellati e Marco Capra che presenteranno la Traviata in relazione alla vita teatrale e al pubblico in Italia e in Francia al tempo di Giuseppe Verdi. Lo spettacolo è un nuovo allestimento presentato in coproduzione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia - dove ha debuttato lo scorso 4 novembre - Teatro Sociale di Como/Aslico, Fondazione Teatro Grande di Brescia, Fondazione Teatro Ponchielli di Cremona, Fondazione Teatro Donizetti di Bergamo e Fondazione Teatro Fraschini di Pavia. 

L’opera, che segna l'esordio della regista cinematografica Alice Rohrwacher nel teatro lirico, sarà diretta da Francesco Lanzillotta con l'Orchestra dell'Opera Italiana e il Coro Claudio Merulo di Reggio Emilia preparato dal maestro Martino Faggiani. Scene di Federica Parolini, costumi di Vera Pierantoni Giua, luci Roberto Tarasco, movimenti coreografici Valentina Marini. Tutti i costumi indossati da Violetta e un costume indossato da Flora sono stati creati in esclusiva da Miu Miu. Nel cast si esibiranno nei ruoli principali Mihaela Marcu e Claudia Pavone (Violetta), Antonio Gandia e Ivan Ayon Rivas (Alfredo Germont) e Marcello Rosiello (Germont padre).

“In questo spettacolo - ha spiegato la regista - sono partita dalle ultime parole del bel lavoro di Lella Costa su Traviata: Violetta è una bellissima bambina. È la storia di una ragazza che si imbatte in un avvenire smisurato e difficile da sostenere, che la eleva su tutti ma la travolge. Racconto semplice e umano, che scandaglia l'anima di un personaggio piuttosto che narrare un'avventura. L’opera è ambientata inizialmente in un set cinematografico: è un set dell’anima di Violetta, è una grande valle desolata ricoperta da un tappeto chiaro: interno ed esterno non sono più divisibili, si uniscono, si confondono. Siamo quindi in un luogo astratto eppure con richiami concreti e realistici, ma fuori dal tempo. Per me era impensabile collocare l'opera in una epoca storica precisa e riconoscibile. Solo Violetta vive e vivrà nel suo mondo, con il suo costume ottocentesco, di cui - pian piano - si libererà. Abbiamo pensato anche di inserire alcune proiezioni video: le prime che riprodurranno le scene che verranno riprese sul set, le seconde più intime e familiari.” “Ho studiato a fondo il personaggio di Violetta partendo da Alphonsine realmente esistita e morta giovanissima – aggiunge la regista. Una ‘meteora’ che ispirò la Marguerite Gautier protagonista de La signora delle Camelie, romanzo scritto da Alexandre Dumas figlio, che ne realizzò anche un dramma teatrale. Giuseppe Verdi vi assistette durante il suo soggiorno a Parigi e decise che quello sarebbe stato il soggetto dell'opera che avrebbe debuttato alla Fenice di Venezia. Dalla vita vera, al romanzo, al dramma teatrale, all'opera abbiamo compiuto questa strada a ritroso”.


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