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"Non ti pago", la Compaglia Fratelli d'Itaglia in scena a Corlo

Eduardo (1900-1984) nella sua ricerca degli ambienti tipici della napoletanità, scrive "Non ti pago" nel 1940 sul gioco del lotto e descrive, tramite i personaggi, non solo la passione verso questo gioco, ma addirittura la mania per poter combattere le miserie del quotidiano. Il protagonista, Ferdinando Quagliolo, è il gestore di un botteghino del banco lotto; gioca sempre, ma non azzecca mai un numero mentre il suo impiegato, Mario Bertolini, vince sempre. Un sabato vince addirittura una quaterna che, per colmo, gli ha dato in sogno proprio il padre di Ferdinando. Il gestore del botteghino si rifiuta di pagargli la quaterna e si tiene la cartella poiché considera sua la vincita. Secondo lui, suo padre ha sbagliato persona poiché il Bertolini abita proprio nella casa dove abitava lui quando suo padre era vivo. Ricorre anche ad un avvocato e ad un prete nel tentativo di trovare appoggi alla sua tesi, ma alla fine è costretto a ridare la cartella all’impiegato. Chiede aiuto allora al proprio padre, rivolgendosi al quadro che lo ritrae appeso al muro; e quest’aiuto pare che arrivi: ogni volta, infatti, che Mario tenta di incassare la vincita, gli arriva una disgrazia. Alla fine anche lui si arrende e vuole ridare il biglietto a Ferdinando, ma tutto finisce bene…


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