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Pavullo, presentazione di "Parole Dipinte": un viaggio nella vita dell'artista Gino Covili

Il romanzo “Parole Dipinte” è ispirato alla storia, personale e artistica, di Gino Covili, ai suoi incontri e ai suoi grandi amori: la famiglia, la pittura e la sua terra. Il Libro racconta la "tranquilla passione" con la quale lui affrontava la vita.

 La storia di un bambino che disegna a sentimento, di un ragazzo che parte soldato e torna partigiano e comunista, di un giovane uomo che lavora come manovale per mantenere la famiglia e considera la grande fortuna della sua vita l’aver ottenuto un posto da bidello perché gli consentirà, a fine giornata, di avere ancora la forza per dipingere. E, ancora, la storia di un uomo che senza scuola e senza maestri diventa uno degli artisti più importanti e più amati del suo tempo. Poi, la storia di un’amicizia tra padre e figlio, le conversazioni quotidiane tra Gino e Vladimiro Covili. Infine, un pezzo di storia d’Italia attraverso gli occhi di un artista pienamente calato ancora nel nostro tempo. 

“Parole Dipinte, le cose dette e quelle solo capite tra Gino e Vladimiro”, romanzo ispirato alla vita del pittore frignanese e pubblicato da Damster Edizioni Modena in collaborazione con CoviliArte, sarà presentato sabato 22 settembre, alle 16, in occasione del centenario dalla nascita, nella Chiesa dei frati Cappuccini di Pavullo. Saranno presenti l’autore, Maurizio Malavolta, insieme al coprotagonista della storia, Vladimiro Covili. 

Dopo il saluto di benvenuto di Don Roberto Montecchi, Arciprete di Pavullo, la presentazione sarà condotta da Ivana D’Imporzano e avrà al centro le testimonianze di persone che hanno conosciuto il mondo di Gino e che sono andate a ritrovarlo nelle pagine del libro. Parleranno, quindi, Marita Teresa Orengo, figlia di Vico Faggi, il poeta amico d’infanzia di Gino; Federica Badiali, innamorata della figura di Albertina, l’amatissima moglie di Gino; infine, padre Claudio Durighetto, ministro provinciale dei frati minori dell’Umbria e amico personale di Gino. 

Anche la scelta del luogo non è casuale. In una stagione importante della sua vita, infatti, Covili si è avvicinato a San Francesco, lo ha studiano, amato e dipinto in uno straordinario ciclo di opere.  


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