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Conferenze alla San Carlo, "La riforma di Calvino a Ginevra"

Martedì 14 novembre proseguono alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena le lezioni del ciclo dedicato al tema Riforma. I processi di rinnovamento nella storia del cristianesimo ideato dal Centro Studi Religiosi. La conferenza dal titolo La riforma di Calvino a Ginevra. Tra teologia e politica è presentata da Emanuele Fiume, professore di Storia della Riforma presso la Facoltà Pentecostale di Scienze Religiose di Bellizzi (SA) e pastore della Chiesa Valdese di Roma. Formatosi a Heidelberg e Zurigo, ha dedicato i suoi studi al ruolo di Calvino nel panorama della Riforma europea e alla diffusione del pensiero riformato in Italia, con particolare attenzione alla figura di Scipione Lentolo.

Si è occupato inoltre dei dibattiti teologici sui temi della predestinazione, della grazia e del libero arbitrio, nonché dell’uso della musica sacra in ambito protestante. Oltre a curare l’edizione italiana del Salterio ugonotto (Torino 1999), recentemente ha pubblicato: Giovanni Diodati. Un italiano nella Ginevra della Riforma (Roma 2007); Il protestantesimo. Un’introduzione (Torino 2008); Il sinodo di Dordrecht (1618-1619). Predestinazione e calvinismo (Torino 2015); Giovanni Calvino. Il riformatore profugo che rinnovò la fede e la cultura dell’Occidente (Roma 2017).

A Ginevra Calvino fu assunto con il compito di lettore e commentatore della Scrittura nella cattedrale, ma la sua influenza si fece sentire molto presto sulla questione del governo della chiesa: licenziato il vescovo conte, la nuova repubblica dipendeva dalle truppe di Berna e dai suoi usi ecclesiastici, recepiti a sua volta da Zurigo. Si profilava così un ordinamento ecclesiastico sul modello zurighese: la chiesa completamente soggetta al governo politico, di cui i predicatori erano impiegati e funzionari spirituali. Calvino – vedendo l’intrinseca debolezza di questo modello in una terra di frontiera, soggetta a prove di forza e a trattative con il cattolicissimo duca di Savoia – volle preparare una costituzione ecclesiastica che riguardasse il culto, l’istruzione religiosa e la confessione della fede di ciascun cittadino di Ginevra, una vera e propria costituzione spirituale della repubblica di Ginevra, cui anche il governo doveva prestare obbedienza. Un forte dissenso presto si scatenò sul diritto di scomunica. I ginevrini sostenevano che lasciare questo diritto ai predicatori, tutti francesi, significasse stabilire un nuovo dominio degli stranieri sulla coscienza dei ginevrini, com’era stato in precedenza con i vescovi savoiardi. Calvino e Farel si battevano per una chiesa che mantenesse uno stretto rapporto con l’autorità politica, ma che allo stesso tempo fosse retta da un governo autonomo e distinto. Le nuove elezioni videro la vittoria del partito ostile a Calvino e, dopo qualche giorno, Calvino e Farel furono accompagnati alle porte della città ed espulsi. Dopo le elezioni del 1555, che diedero la vittoria al partito calvinista, furono poi richiamati a Ginevra e si videro riconosciuta la ragione sull’organizzazione ecclesiastica. 

La conferenza si tiene nel Teatro della Fondazione, con inizio previsto alle ore 17,30. La conferenza, come tutte le altre del ciclo, sarà inserita nell’archivio conferenze presente nel sito www.fondazionesancarlo.it, da cui potrà essere scaricata gratuitamente.
A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione.


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