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Alla San Carlo conferenza su "Varanasi e il pellegrinaggio di purificazione"

Martedì 21 febbraio prende l'avvio alla Fondazione Collegio San Carlo di Modena la seconda parte del ciclo dedicato al tema Città sante. Dimensione urbana e questioni teologiche nella storia delle religioni, ideato dal Centro Studi Religiosi. Alberto Pelissero apre con la conferenza dal titolo Varanasi. Il pellegrinaggio alle sacre acque nelle tradizioni dell'India. Pelissero è professore di Filosofie e religioni dell'India e dell'Asia centrale presso l'Università di Torino.

Studioso delle tradizioni filosofiche e religiose dell'India antica, ha in particolare approfondito il ruolo della corporeità nei riti e nelle pratiche relative alla morte e all'immortalità e la funzione dei sacrifici e degli itinerari di salvezza nella costruzione dell'identità indiana. Allo studio storico e teorico ha accompagnato la riflessione sulla filosofia e la politica dell'India contemporanea (Ghandi, Vinoba). Socio del Bhandarkar Oriental Research Institute e membro dell'International Association of Sanskrit Studies e dell'Associazione Italiana di Studi Sanscriti, fa parte del comitato scientifico delle riviste «Historia Religionum» e «Humanitas».

Se si vuole comprendere il ruolo e il significato che una città santa svolge nella costruzione dell'identità di una tradizione religiosa non è possibile non prendere in esame l'antica area urbana di Kashi ("la splendente"), la cui cittadella è nota dall'epoca tardomedievale come Varanasi (perché sorge tra i due affluenti della Ganga, Varana e Asi), chiamata dagli inglesi Benares, certo il più celebre luogo santo dell'India. Dimora di Shiva, che vi è venerato, sorge sulla sponda sinistra del fiume sacro (l'altra riva è considerata di cattivo auspicio) e ospita lungo le sue gradinate prospicienti l'acqua, il crematorio del Manikarnikaghat, ove il defunto ottiene immediata liberazione dal ciclo delle rinascite perché Shiva stesso gli mormora all'orecchio la formula di salvezza. È una delle sette città sante , sede di uno dei dodici segni di luce, in certo modo il centro di ogni pellegrinaggio, di cui costituisce la meta finale come pure la destinazione ultima del viaggio terreno dell'uomo. Tutti aspirano a recarvisi almeno una volta nella vita, e dal momento che morire a Varanasi garantisce la liberazione si comprende l'esortazione estrema: «l'uomo dimori a Varanasi, dopo essersi spezzato i piedi con una pietra». Chi ha la fortuna di giungervi è invitato a fare in modo di non poterla lasciare mai più. 


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