Politica

Tessere Pdl sospette, Severi: "Nessun razzismo, anomalie erano nell'aria"

La candidata coordinatrice dei bertoliniani attacca i rivali: "Ci saremmo aspettati solidarietà e vicinanza per l'On. Isabella Bertolini, non accuse infamanti di ogni tipo"

Era nell'aria ed è puntalmente accaduto. La segnalazione di anomalie gravi riscontrate nel tesseramento al PDL in alcuni comuni del modenese ha provocato l'accusa ignobile e ridicola di razzismo e di atteggiamenti antimeridionali. A farne le spese è stata la Coordinatrice provinciale uscente Onorevole Bertolini. Assistiamo al tentativo goffo, fazioso, strumentale, di distogliere l'attenzione da una questione semplicissima: esistono perplessità fondate sul tesseramento effettuato da alcuni dirigenti locali e da esponenti politici di primo piano del partito. Su questo l'Onorevole Bertolini, utilizzando e onorando i diritti e i doveri di Coordinatore provinciale del PDL, ha chiesto nelle dovute sedi, per tempo di fare chiarezza e lo fa ora e ancora nell’ultimo tempo utile  prima del congresso. Ecco perché ci aspettiamo che Angelino Alfano, segretario nazionale del "partito degli onesti",  intervenga  per fare chiarezza prima che si apra il congresso provinciale.

Francamente ci saremmo aspettati, anche dal Sen. Bettamio e dal coordinatore regionale Sen. Berselli, solidarietà per ricercare in primis e  insieme la trasparenza nel PDL. Invece no! Difficile da capire? No. Difficile da digerire, invece, da parte del trio Giovanardi-Aimi- Samorì che inventa complotti razzisti per allontanare l'ipotesi di un sacrosanto controllo sulle iscrizioni dubbie e compromettenti racimolate ai fini congressuali.

E' sconcertante il disperato tentativo quotidiano della rappresentanza dell'asse Giovanardi-Aimi-Samorì e loro vertici di riferimento, di minimizzare e di fatto eclissare , il pericolo reale e grave legato alla iscrizione nel partito di personaggi sui quali la stampa ha evidenziato il rischio di legami con organizzazioni criminali di stampo mafioso. Ci saremmo aspettati identico comportamento da parte del vice coordinatore Aimi e dei suoi sostenitori. Ma gli illustri colleghi hanno preferito abbaiare alla luna, accusando l'Onorevole Bertolini di razzismo. Roba da non credere. Un vice coordinatore che di fronte ad un allarme così grave, preferisce minimizzare il tutto, ci preoccupa quasi quanto il problema denunciato. Ci sono decine e decine di iscritti o eletti meridionali che non si sono certamente indignati per questa richiesta di chiarezza, ma l'hanno salutata, giustamente, come un'azione a tutela del partito e dei loro stessi iscritti.

Chi si candida a coordinare di un partito deve prima di tutto farsi paladino della trasparenza, della legalità, dell'etica e della moralità, e non attaccare chi le richiede. Assistiamo invece quotidianamente a questo vergognosa azione di attacco e delegittimazione personale che compromette il partito, distogliendo l'attenzione dal confronto sui contenuti e sulle proposte programmatiche che, al contrario, dovrebbe caratterizzare la vigilia di un congresso.

Qui, purtroppo, si continua con l'offesa gratuita e priva di contenuti nei confronti di chi, come noi, chiede semplicemente  adeguate risposte dal partito nazionale; risposte che dovrebbero arrivare in tempo utile per il congresso. Si tratta di condizioni essenziali per garantire a iscritti ed elettori un confronto leale e costruttivo, e
la crescita di un PDL forte e sano, basato sul principio condiviso della trasparenza. Su questo noi non intendiamo indietreggiare.


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