Politica

Chioscopoli, rito abbreviato e udienza rinviata al 29 novembre

I Pd Bonaccini e Marino a giudizio a fine novembre, mentre la dirigente comunale Giulia Severi sarà sottoposta a interrogatorio. Si allungano perciò i tempi per il segretario regionale Pd, pronto alla corsa a sindaco di Modena

Ha scelto il rito abbreviato Stefano Bonaccini, il segretario regionale del Pd e coordinatore nazionale della campagna di Matteo Renzi per la segreteria del Pd, accusato di abuso d'ufficio e turbativa d'asta nella gestione di un chiosco all'interno del parco Ferrari di Modena, ai tempi in cui era assessore della città. Questa mattina, presso il Tribunale di Modena, il giudice Eleonora Pirillo ha fissato l'udienza, che porterà a sentenza e che si terrà a porte chiuse, per il 29 novembre prossimo. Un ulteriore slittamento che non pare però destinato ad influire sulla corsa a sindaco di Modena che Stefano Bonaccini ha ormai come obiettivo dichiarato.

Secondo le accuse del pm Enrico Stefani, Bonaccini, negli anni in cui era assessore del Comune di Modena, insieme ai dirigenti del settore Patrimonio, entrò in modo illecito nelle procedure di affidamento di un chiosco bar posizionato nel parco più importante della città, all'epoca affidato a Tina Mascaro, barista poi uccisa nel 2007 (omicidio per cui l'unico accusato è stato assolto con formula piena). Insieme al leader dei democratici emiliano-romagnoli, sempre con rito abbreviato, saranno giudicati anche Mario Scianti, storico dirigente de settore Patrimonio del Comune di Modena accusato come Bonaccini di abuso d'ufficio e turbativa d'asta, e l'assessore alla Sicurezza del Comune di Modena Antonino Marino, colpevole secondo il pm di abuso d'ufficio sempre nel caso del chiosco al Ferrari.

Decisione sospesa, invece, per gli altri tre imputati: Giulia Severi, altro dirigente comunale accusato di abuso d'ufficio nello stesso caso, ha chiesto invece la formula dell'interrogatorio. Severi sarà sentita il giorno dell'udienza e solo al termine della deposizione l'avvocato deciderà di quale rito avanzare richiesta. Anche gli altri due accusati, Massimiliano Bertoli e Claudio Brancucci, i due gestori di locali che entrarono in possesso del chiosco, secondo il pm Enrico Stefani, favoriti, appunto da illecite decisioni del Comune d Modena, si sono riservati di decidere nella prossima udienza che tipo di richiesta formalizzare.


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