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I 3 luoghi magici di Modena e dintorni: simboli, leggende e alchimia

Un viaggio tra tre luoghi magici di Modena e dintorni attraverso antichi simboli, leggende perdute e conoscenze alchemiche

L'apprendista stregone di via Coltellini (dietro la sinagoga)

Pochi ancora sono a conoscenza dell'importanza di Modena come centro di studi della Kabbalah ebraica e dell'Alchimia durante il Rinascimento. A raccontarcelo è la studiosa di storia dell'arte Elisabeth Mantovani. Questa tradizione nasce con Angelochai nipote di Mordechai da Modena e figlio prediletto di Leone da Modena, illustre quanto mai discusso personaggio dedito all'alchimia, fu lui stesso studioso di Kabalah e praticante alchimista. Mordechai, di origine modenese ma risiedente a Venezia insieme al padre Leone, aveva aperto un laboratorio di alchimia insieme a un certo Giuseppe Grillo.

Nel 1615, dopo lunghi esperimenti, credette di aver creato 10 once di argento puro da nove once di piombo e un'oncia di argento. Quello che Mordechai aveva creato era però arseniato di rame! Il processo di creazione durò per mesi e il povero Mordechai morì avvelenato dalle esalazioni del composto chimico da lui elaborato.

Secondo il racconto di Leone da Modena il sangue fluiva dalla testa di Mordechai incessantemente attraverso la bocca. Mordechai non fu il solo a cimentarsi in questi esperimenti. Prima di chiamarsi via Coltellini, la stradina che costeggia a sinistra l'attuale Sinagoga prendeva in nome da un certo Daniel Machari, orefice ed alchimista tedesco, assassinato nel suo laboratorio a seguito di un parapiglia durante il quale Daniel avrebbe tentato di ricavare proventi dall'"oro" prodotto nel suo laboratorio.

Fiume Secchia: riti magici degli Etruschi

I grandi cambiamenti economico-sociali portati dagli Etruschi nel territorio modenese li avevo già raccontati, così come l'introduzione di cibi come la spongata, ma c'è un aspetto ancora più affascinante che circonda il mondo etrusco, ossia i loro riti magici. Seppur gli Etruschi furono i primi a stabilizzare le economice e le società del centro e nord Italia, puntando alle energie positive del commercio, il loro mondo ultraterreno era animato da esseri mostruosi. Infatti, dietro l'allegria del mondo terreno, questo popolo era tormentato ed ossessionato dalla presenza dopo la morte di demoni. 

Sussisteva il timore di essere portati da queste figure demoniache nel mondo dell'oltretomba. Per questo motivo la religione e i sacerdoti fungevano da capisaldo dell'intermediazione tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Importante era infatti il ruolo giocato dallo "zilath", ossia un sacerdote molto importante nella gerarchia sociale, capisaldo dell'integrità morale della comunità. 

Uno dei più importanti ritrovamenti etruschi di carattere religioso è avvenuto nel greto del fiume Secchia, nei pressi di Rubiera, al confine tra il territorio modenese e quello reggiano. In questo luogo sono state ritrovate due stele funerarie etrusche, in memoria la prima di un uomo prestigioso dell'epoca, un certo Avile Amthura, e l'altra era relativa ad un "zilath" e all'importanza che aveva quel luogo per il culto misterico e magico etrusco. Le stele si trovano nei Musei Civici di Reggio nell'Emilia. 

Il misterioso mosaico di Santa Maria delle Assi

Tanti sono i misteri che possiamo trovare nelle chiese di Modena, uno di questi è stato spiegato dalla studiosa di storia Elisabeth Mantovani, e si tratta di un mosaico risalente persino al tempo dei romani nascosto nella chiesa di Santa Maria delle Assi, nelle prossimità della chiesa di San Pietro. Nel corso degli scavi del 1934 in Vicolo Santa Maria delle Assi venne rinvenuto un prezioso frammento di mosaico policromo risalente al periodo tra la seconda metà del IV secolo d.C. e gli inizi del V secolo, ovvero il periodo in cui visse e morì Geminiano, patrono della città.

Il mosaico fu rimosso e tuttora giace nel sottosuolo poiché non si è trovata una collocazione adeguata. Di pregevole fattura, raffigura una raffinata figura femminile che indossa orecchini, collana, ornamenti di perle tra i capelli e porta una cornucopia. Secondo alcuni studiosi questo mosaico sarebbe parte del pavimento di una villa romana di età tardo antica e un'immagine della fertilità e dell'abbondanza associata, in età classica, a divinità come Demetra o Proserpina.

Secondo altri sarebbe invece da ricondurre alla titolazione mariana della prima cattedrale di Modena che troverebbe dunque collocazione in questa zona ove sorge ora la chiesa di Santa Maria delle Assi. L'intitolazione a Maria Vergine, congiuntamente a quella a San Geminiano, si conserva infatti anche per l'attuale Duomo che porta l'esatta denominazione di “cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta in Cielo e San Geminiano


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